I social dei libri

Nel 2006 nascono in Italia Wuz e Anobii. Il primo, in principio sorto come rivista digitale e poi passato al gruppo Feltrinelli, ha chiuso da diverso tempo. Il secondo ha sviluppato ben presto una discreta comunità di utenti in lingua italiana, pubblicato almeno un libro di recensioni dei suoi utenti, quindi sperato in un rilancio dopo la parentesi societaria in pancia a Mondadori, e ancora ha atteso e trovato un restyling grafico (che però gli ha fatto smarrire la caratteristica visualizzazione a libreria) poi più nulla.
Un anno più tardi da quel lontano 2006, non dall’ultimo maquillage web del social che porta il nome del tarlo della carta, nasce Goodreads. In oltre quindici anni di letture Goodreads ha costituito la più grande comunità digitale di lettori, autrici, recensori, e forse anche per questo si affaccia periodicamente alle cronace di settore per via delle medesime tare che affliggono gli altri social media commerciali: atteggiamenti persecutori, utilizzo fraudolento, derive commerciali di diverso tipo. Eppure, con più aggiornamenti di policy che di interfaccia, e nonostante la persistenza della sola lingua inglese, Goodreads si è ritagliata un suo protagonismo, seppure di nicchia, tra gli amanti del social reading.

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Ciao ciao Fondo Franceschini

Il Fondo Franceschini (2020 – 2023) è mancato all’affetto delle librerie indipendenti, dell’editoria, e dell’utenza delle biblioteche pubbliche. Sì, perché qualunque ragionamento sull’eredità del Fondo cultura (e sulla mancata nascita del Fondo per il libro) non può prescindere dall’assunto che non si trattasse di un sostegno alla public library, quanto di una forma di economia circolare che, nel sostenere l’acquisto di testi presso librerie di prossimità, sosteneva pur con i suoi limiti l’intera filiera del libro, e di sponda le collezioni bibliotecarie.

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Fra i libri. Gennaio 1925

Se i tempi non fossero quelli che sono, noi diremmo ai lavoratori: pensate a farvi una piccola biblioteca. Dedicate un angolo della vostra casa a muti, fidati e confortevoli amici: ai libri.
Mi si dice che non v’è casa operaia, in Germania, che non abbia la sua piccola biblioteca. Certo, il tenore di vita delle classi lavoratrici tedesche, è superiore al nostro.
Non solo la biblioteca è in quelle case, ma il bagno è un “comfort”, cioè un senso di comodità che noi ignoriamo.
Ma verrà giorno in cui, anche il proletariato italiano, se vorrà, sarà ad un livello superiore di benessere materiale ed intellettuale.
Cerchiamo di affrettare quel giorno.
I consiglieri buoni, quelli che ci possono aiutare nelle lotte pel nostro miglioramento ed incoraggiarci, sono i libri. I libri, ricordatelo.
Non andiamo nel diffìcile.
Ecco qui un pacco, arrivato fresco fresco da quella Casa editrice miracolosa che è la Editrice Sociale di Viale Monza.

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Concorsi per bibliotecari? Abbiamo un nuovo manuale

BibliotecAria esce una volta a settimana, di lunedì, alle 8 in punto. Se questa settimana faccio un’eccezione è per un buon motivo.

Un annetto fa sono stato coinvolto in un progetto di scrittura sensibilmente diverso dalle mie precedenti avventure editoriali. La squadra composta dal decano Ferruccio Diozzi e da Giorgia La Licata, Roberta Moro e Marcello Proietto (tre bibliotecari/e in quota AIB) era quasi al completo e, col mio ingresso in partita, la scrittura a dieci mani del nuovo Manuale dei concorsi per bibliotecari di Edises edizioni ha preso poco per volta forma.

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Nuovo buono pasto per i dipendenti: luci, ma più che altro ombre

A decorrere dal 1 maggio 2024 il servizio di ristorazione dei dipendenti del Comune di Milano è cambiato: proverò a sintetizzare cosa prevede il nuovo capitolato d’appalto, cosa chiedono le parti sociali, quali sono le luci (poche) e le ombre (ancora troppe) del nuovo corso. Nel caso vi foste persi la puntata precedente, ne ho scritto un annetto fa qui.

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Per farla finita col prestito dislocato

Forse vi sarà capitato, spulciando un OPAC (che è una maniera criptica di dire un catalogo navigabile online) alla ricerca di audiovisivi, di imbattervi in diciture del tipo “disponibile al prestito da novembre 2024”.
Certo film, musica e videogiochi sono ormai distribuiti disponibili dalle piattaforme di streaming ma non tutti e, certamente, non all’insegna di una cultura della gratuità. Dovrebbe bastare questo a comprendere che non si tratta (più) di una misura adeguata a tutelare cinema o sale d’altro tipo, né si è trattato in passato di una misura adeguata a salvare dall’estinzione piccoli e grandi blockbuster. Per rintracciare le origini del prestito dislocato, che non si riscontra nel caso dei libri, dobbiamo portare le lancette indietro di ben 83 anni.

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Peccato, capitale.

Gli ingenti fondi del PNRR devono essere spesi entro e non oltre il 2026, pena la loro polverizzazione. Con l’occasione a Milano si è rispolverato un progetto dalla storia ventennale: la BEIC, Biblioteca europea di informazione e cultura, che in versione riveduta e corretta pare a un passo dall’apertura del suo imponente cantiere in zona Dateo. E Roma? Nella Capitale hanno pensato di spalmare le risorse disponibili su 21 delle 42 strutture bibliotecarie, per una spesa complessiva di 17,5 milioni. Una cifra molto molto inferiore alla grandeur meneghina, eppure adeguata ad operazioni di ristrutturazione, efficientamento energetico e riallestimento delle biblioteche rionali. Dove, e soprattutto come?

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Piccolo salone del libro politico

La 36a edizione del Salone torinese si è chiusa con un padiglioncino in più, il consueto record dichiarato (oltre 220.000 presenze) e l’annuncio della date della successiva dal 15 al 19 maggio 2025. Personalmente ho bucato quasi tutti gli appuntamenti che mi ero ripromesso di seguire: troppo affollato per riuscire ad accedere quello sullo stato dell’editoria, erroneamente dichiarato per adulti quello su Alexander von Humboldt, ma bellissimo l’incontro con Paola Mazzarelli all’interno del palinsesto offerto dalla Sala della Montagna, in cui nonostante il fuorviante titolo Il paesaggio e la storia: quando il dato tecnico è (quasi) l’ultimo dei problemi si ragionava anzitutto di traduzioni della narrativa alpinistica attraverso i secoli, le culture, le discipline. Per addetti ai lavori (di traduzione) ma davvero denso e pregevole.

Archiviamo in tempo zero il passato (vicino) per gettare uno sguardo al futuro di prossimità. Sabato 8 e domenica 9 giugno andrà in scena al Centro sociale Conchetta di Milano la prima edizione del Piccolo salone del libro politico.

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Ferrer y guardia a Milano

Francisco Ferrer y Guardia (1859-1909), promotore dell’Escuela moderna di Barcellona (1901) è stato tra i padri della pedagogia libertaria e di un’educazione libera da interferenze religiose e dalle distorsioni ereditate da una società classista e maschilista. Arrestato una prima volta nel 1906, fu giustiziato il 13 ottobre del 1909.

A Milano un Comitato pro-Ferrer era attivo sin dal dicembre 1906 tanto nella solidarietà internazionale, quanto nella diffusione degli ideali di laicità e libertà alla base del progetto didattico della Scuola moderna. Il Comitato era animato dal Gruppo Libertario Milanese (il cui segretario aveva l’iconico nome di Comunardo Braccialarghe!) insieme ad elementi di matrice socialista. Nel gennaio del 1909 era poi sorta nel varesotto, nel paese di Clivio, una piccola Scuola moderna (dotata anche di un bollettino scolastico) tuttavia destinata a non sopravvivere all’impatto del primo conflitto mondiale.

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Rapporto sullo stato dell’editoria

Il Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia curato dall’Ufficio studi dell’AIE – Associazione Italiana Editori (consolidato ’22, primi tre tremestri ’23) è stato pubblicato lo scorso ottobre in occasione della Fiera internazionale del libro di Francoforte ed è ora disponibile all’acquisto in formato digitale. In breve: cosa ci dice?

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