Robin Books: rubare ai Girolamini per contrastare i tarli

Il 19 aprile 2012 Massimo Marino De Caro si autosospende dal ruolo di direttore della biblioteca dei Girolamini, per esteso Biblioteca statale oratoriana del monumento nazionale dei Girolamini. Le indagini di quelle settimane portano nell’arco di una manciata di giorni i carabinieri di Napoli (lo era stato lo stesso DC in tempo di leva) nel dedalo di stanze custodite da don Sandro Marsano, sacerdote preposito dell’omonima congregazione a lungo indagato e oggi prosciolto in quanto soggiogato dal DC.
La denuncia che fa detonare il caso tuttavia non proviene dal cuore della più antica istituzione bibliotecaria partenopea (1586), arriva da Firenze, a 500 km di distanza dal complesso sito al civico 142 di via Duomo.

è vero che ho rubato duemila volumi antichi e ne ho venduti 600. Però li ho fatti recuperare tutti. Ne mancheranno all’appello sì e no una ventina… Ma soprattutto, l’ho fatto con le migliori intenzioni, con i ricavi delle vendite volevo infatti restaurare la biblioteca pubblica dei Girolamini

Corriere del Veneto, 14 marzo 2024


A dodici anni di distanza, nella settimana in cui giunge notizia dell’imminente riqualificazione della biblioteca di Ponticelli, si è concluso con sei assoluzioni e altrettante condanne il secondo processo (dopo quello per peculato aggravato) che, nonostante la caduta dei reati di associazione a delinquere internazionale e devastazione e saccheggio, porta la pena complessiva dell’ex consulente per le bioenergie del ministero all’agricoltura e poi dei beni culturali a traguardare i 12 anni di condanna in continuazione.

Quella di Robin Books è per altro una storia di furti con destrezza che comincia ben prima della direzione della biblioteca amata da Gianbattista Vico: ho perso il conto. Un anno per il furto di una dozzina di volumi nell’abbazia di Montecassino. Un anno e 4 mesi per 30 libri presi dall’Osservatorio Ximeniano di Firenze. Un anno per gli antichi erbari trafugati dalla biblioteca del ministero dell’Agricoltura (Huffington Post, 1 maggio 2019) e ancora: un “Kalendarium” in pergamena dell’astronomo Regiomontano, stampato a Venezia nel 1476 e finito con altre sei opere di analogo valore nella parigina Librairie Thomas-Scheler, oppure il manoscritto del XIII secolo “De re medica” del chirurgo Guglielmo da Saliceto, acquistato per 110mila euro da un collezionista svizzero […] poi ancora sono spariti volumi antichi dall’Istituto Provolo, dalla Biblioteca capitolare di Verona, dalla Biblioteca dei Cappuccini di Fermo, dalla Angelo Mai di Orvieto, dalla biblioteca di San Filippo Neri di Perugia e da quella dei Padri Scolopi, a Firenze (PergiaToday, 17 gennaio 2019) .

Quello dei Girolamini, che ha un patrimonio di quasi 160.000 tra volumi e opuscoli, 120 incunaboli, 5.000 cinquecentine, resta il suo capolavoro anzitutto per la capacità di giocare col sistema di videosorveglianza, distruggere le schede bibliografiche relative ai furti, e specialmente dedicare l’impresa al restauro dei volumi infestati da incuria e agenti biologici, rifacendosi alle indicazioni dell’erudito iberico Francisco Rodríguez Marín. Volevo far brillare di nuovo la storica biblioteca dei Girolamini che cadeva a pezzi, infestata dai tarli. Un bibliomane, o per dirla con l’Umberto Eco de La memoria vegetale e altri scritti di bibliofilia un bibliocleptomane che si rispetti sa quando è ora di intervenire per ripristinare una diversa opportunità di conservazione del patrimonio! I documenti sono oggi dissequestrati e torneranno in possesso dell’istituzione annessa al monumento nazionale, mentre tanti interrogativi relativi al legame tra questa curiosa vicenda e gli interessi commerciali russi nel Belpaese, interrogativi legati a doppio filo alla vicenda del defunto Dell’Utri, sono rimasti dal punto di vista storico del tutto in secondo piano. Se ne trova traccia qui e la vicenda è stata nuovamente evocata anche dalla sua biografia Max Fox, di Luzzatto ben recensita da Doppiozero a questo indirizzo.

E la storia potrebbe proseguire con un arresto per furto all’Esselunga, uno pseudo libro in vero operazione pubblicitaria con Giuliano Ferrara dal titolo Dieci regole per falsificare libri, il business delle mascherine sanitarie in tempo di covid e, perché no, quello dei voli spaziali più di recente.

Non voglio trovarmi mai più vicino a un libro antico. Mi faccio paura

Corriere.it

Il capolavoro del bibliotecario resta comunque il doppio affaire del Sidereus Nuncius: con l’articolata vendita di un falso nel 2005 e il successivo furto dell’autentico nella prima edizione del 1610. Secondo l’ipotesi accusatoria De Caro tra l’aprile e il maggio 2011 avrebbe sostituito questo preziosissimo libro in latino con la copia contraffatta di un’opera di Keplero, anche questa in latino, intitolata “Narratio de observatis a se quattuor Iovis satellitibus erroribus, quos Galileu Galileus, mathematicus florentinus iure inventions Medicea sidera novu pavit”, non catalogata perché inserita in altro volume sempre di Keplero e custodito nella biblioteca“. (Ansa, 12 marzo 2024).

Sull’argomento segnalo un interessante brano del napoletano Roberto Paura per Quaderni d’altri tempi e concludo con la citazione dell’ultimo post pubblicato sulla bacheca facebook della veneranda istituzione culturale e datato 13 febbraio 2021: si avvisa che gli spazi monumentali della Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini sono attualmente oggetto di un articolato intervento di restauro. Pertanto, l’accesso all’Istituto è precluso per motivi di sicurezza.

Ad ogni modo, nonostante faccialibro, il sito è oggi parzialmente aperto alle e agli studiosi, ed un team di una quindicina di persone è tornato attivo sotto l’egida della nuova direzione. Della lunga storia di depauperamento dei Girolamini (ben precedente alla direzione De Caro..) e della nuova primavera dell’istituzione racconta un bel documentario di RadioRai dal titolo Il saccheggio. Storia di una biblioteca depredata.