Di recente il Ministero ha pubblicato e rilasciato con licenza CC la nuova edizione di Minicifre della cultura, raccolta ragionata di dati statistici e informazioni quantitative sulle politiche culturali e sulla domanda e l’offerta in cultura, orientata a convidere dati relativi alla produzione, alla salvaguardia, alla valorizzazione, alla gestione diffusione della cultura in Italia.
Da un primo raffronto con l’edizione 2023, di cui avevamo ragionato qui, emerge anzitutto l’ampliamento del progetto che dal binomio pubblicazione più piattaforma si riarticola con un’ulteriore pubblicazione grafica dal titolo In primo piano, anch’essa disponibile online.
Si conferma l’impianto in otto sezioni (patrimonio, biblioteche e archivi, arti visive, editoria, spettacolo, formazione, risorse economiche, benessere e salute) definite dal framework ESSnet – culture (2012) e l’ambizione che questo report permanente diventi strumento a sostegno dei processi decisionali per la progettazione culturale.
Il dominio biblioteche e archivi di stato si apre con questa fotografia:
- 8131 biblioteche aperte al pubblico censite da Istat (in crescita, nel 79% dei casi pubbliche) di cui 6863 incluse nel SBN.
- L’utenza complessiva, 5,7 milioni nel 2022, era di 7,6 milioni nel 2019
- Aumento tendenziale di fruizione, lettori, consultazione e prestiti, a fronte di una riduzione degli utenti del 25% (non che il passaggio sia chiaro a un lettore profano) riferimento esclusivamente alle biblioteche statali
- I 101 archivi di stato assommano una platea di 143.000 utenti (erano 257.312 quattro anni prima)
La fonte prevalente dei dati (Indagine Istat sulle biblioteche pubbliche e private) è in parte su base 2022 e in parte 2023, o almeno così recitano le didascalie. I prospetti relativi al numero di biblioteche aperte e al numero di utenti su base regionale sono invalidati dall’assenza di dati precedenti alla pandemia, stesso discorso (ma qui torniamo al solo perimetro delle biblioteche statali) per quanto riguarda il crollo di lettori e opere consultate, che era invece piuttosto evidente nella precedente edizione del report.
Un breve sguardo anche sul dominio editoria e stampa:
- 1500 editori attivi per un valore di 3,2 miliardi di euro (-18% nel 2022 su base 2021)
- Crescono i lettori solo “digitali”, il numero di pubblicazioni in formato e-book e si consolida il fenomeno delle autopubblicazioni (14% degli 86174 titoli editi nel 2022)
- La contrazione del mercato di periodici e quotidiani è strutturale nel venduto, nelle tirature, nella diffusione digitale, anche a fronte di 94 milioni di contributi pubblici a stampa ed editoria
- Il 45% dei volumi è pubblicato in Lombardia
A commento di una tabella che vede calare sia il numero di libri pubblicati che la loro tiratura complessiva la dida recita secondo i dati rilevati dall’istat, nel 2022 il numero complessivo di libri pubblicati e la loro itratura complessiva sono cresciuti rispetto all’anno precedente rispettivamente dell’1,3% e dell’1,7%. Notevole anche il capitoletto dedicato alla pirateria in ambito editoriale che, sebbene in calo dell’8% su base triennale, avrebbe sottratto ben 12.000 posti di lavoro al settore (erano 13100 nell’edizione 2023) le cui dimensioni non sono tuttavia contemplate.
Interessante invece un passaggio chiave sulle abitudini di lettura per fascia d’età: un elemento discriminante sembra essere l’offerta di librerie e biblioteche, decisamente più ricca nei centri di maggiori dimensioni e nelle aree del Nord e del Centro del Paese.
Questo contrappunto solo a segnalare alcune incertezze di un documento di 256 pagine, da cui certamente si possono trarre spunti utili a patto di avere una bussola per orientarsi nello spazio apparentemente bianco tra l’una e l’altra riga.
Foto di copertina di 愚木混株 cdd20 su Unsplash
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