L’Università proletaria nasce da una scissione in seno all’Università popolare, sorta a Milano agli albori del Novecento. Le frizioni avevano avuto inizio sin dal novembre 1914, quando nazionalisti interventisti e socialisti internazionalisti si confrontavano aspramente a colpi di conferenze e contestazioni reciproce, l’arringa tenuta di fronte al Teatro del popolo da Giacinto Menotti Serrati il 21 del mese, di fronte a una platea di 500 convenuti, non è che un episodio tra i più noti.
Filippetti, che ritroveremo nelle fila “apeine” e, cosa più importante, sindaco della città è tra i suoi soci di spicco. In un primo tempo è Ettore Fabietti a tentare la mediazione utile a identificare un indirizzo laico per l’istituzione che a Milano conta in questa stagione 44 sedi rionali e 185 corsi all’attivo. Fabietti è anche “ufficale di collegamento” tra le biblioteche popolari e l’università, che per un triennio si danno un organo condiviso nel mensile La parola e il libro. Tuttavia la mozione di Varazzani, Rignano e altri esponenti della maggioranza del consiglio direttivo mettono all’angolo tanto i socialisti riformisti (ostaggio di un certo attendismo turatiano) che i massimalisti, precipitando nell’autunno del ’17 l’Università in una forte presa di posizione patriottarda con la stesura dell’appello di sostegno al conflitto bellico.
La crisi precipita quando il 13 febbraio 1921 viene annunciata la nascita dell’Università Proletaria di Milano con l’adesione della Camera del Lavoro e dell’Associazione Amici dell’arte e sede in via Durini 5, e più avanti al Castello Sforzesco e al civico 19 di via M. Fanti. Altre sedi rionali di area socialiste dell’UP seguono la scissione: per la precisione quelle di via San Vincenzio 18, Alzaia Pavese 2, Benvenuto Cellini 6, Foro Bonaparte 28 e Angelo della Pergola.
Nel direttivo del nuovo istituo troviamo, in rappresentanza del PSI, quella Enrica Viola Agostini che di lì a breve prenderà anche le redini della Rivista mensile dell’A.P.E.
All’inaugurazione del neonato istituto meneghino della cultura “di classe” partecipano 4000 persone, Enrico Ferri vi tiene una conferenza dal titolo La Scienza e la Vita, che sarà presto riproposta in opuscolo dalla stessa UP al costo di una lira e mezza.
Il 22 marzo 1924 il F., che era segretario della federazione comunista di Milano, invitò Bordiga a tenere una conferenza presso la locale università proletaria. La conferenza dette luogo a una clamorosa manifestazione in favore del principale esponente dell’opposizione interna del PCd’I; questo fatto acuì la tensione tra le componenti del partito e portò alla destituzione del F. dalla segreteria cittadina.
Bruno Fortichiari (dizionario biografico Treccani)
Tra i suoi conferenzieri riconosciamo Carlo Rosselli (autore di un ciclo di economia politica in dieci appuntamenti), Nino Levi, Antonio Greppi, Amedeo Bordiga (autore della conferenza La funzione storica delle classi medie e dell’intelligenza) e tra i suoi più attivi animatori Alessandro Schiavi.
L’ultima tessera sociale, riferita al biennio 1925/1926, è istoriata con l’immagine di una fonte cui il popolo si abbevera e reca il motto “non per me, per voi”.