Una giornata con Antonio Caronia

Lo scorso settembre, ospite di Mismash Festival a Cordenons insieme a Fabio Malagnini, ho avuto l’occasione di ricordare alcune delle marachelle fatte con Antonio, ma non solo con Antonio, ai tempi dell’università. Parlo di occasione perché i misteri della memoria non concedono di dare il giusto risalto a momenti di cui solo nel tempo, e grazie a supporti video e ai testi che disseminiamo per la rete, sei in grado di apprezzare la forza dirompente.

Il prossimo 28 ottobre trasformeremo quell’esercizio in uno sforzo collettivo: ricordare un amico, un maestro, un compagno, senza agiografia ma “usando” il ricordo al servizio del presente. Occupare l’immaginario è anzitutto una giornata “con” Antonio Caronia, un’occasione per mettere in cerchio le voci di quanti lo hanno conosciuto in uno dei suoi innumerevoli camaleontici periodi.

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RIPIB Deposito Boifava

+ + AGGIORNAMENTO: DA LUN. 22 GENNAIO 2024 LA COLLEZIONE DEL DEPOSITO BOIFAVA TORNA DISPONIBILE AL PRESTITO + +

Associazioni, scuole e licei, biblioteche di condominio, ospedali, istituti penitenziari e, non ultimo, scrigno del prestito interbibliotecario. Quella della riserva centrale, o meglio del Deposito Boifava, è la storia di un progetto che si pone due volte le domande giuste prima di procedere allo scarto, al macero, alla semplice scomposizione del patrimonio non più adatto alle esigenze (e alla disponibilità di spazio) del sistema bibliotecario della città. Un progetto che per dieci anni ha assorbito e valutato centinaia di migliaia di donazioni private per selezionare e smistare nel pubblico e nel privato ogni possibile risorsa: certamente libri ma anche dvd, riviste, cd…

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Ci vorrebbe un bel Piano di sviluppo

Il Piano di Sviluppo del Sistema Bibliotecario di Milano (SBM), frutto di due anni e mezzo di lavoro, è disponibile da qualche giorno online in formato .pdf ed è stato presentato la mattina dell’8 maggio 2023 ai bibliotecari. Approvato in giunta qualche mese fa, rappresenta il punto d’arrivo del percorso promosso da un gruppo di lavoro a colpi di questionari, focus group, incontro con le famigerate speaking person.

Il Piano raccoglie e organizza le sfide promosse dalle Linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti di mandato del Comune di Milano, che potete ritrovare a questo indirizzo, secondo quattro direttrici tematiche: transizione ambientale, transizione digitale, città a 15 minuti, promozione della lettura.

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MLOL: che cos’è, come funziona e non funziona

Disclaimer: questa NON è una recensione, piuttosto il punto di vista di un utente del servizio pubblico che si confronta con opportunità e limiti del servizio.

Che cos’è

MLOL, per esteso Media Library On Line, è un servizio di prestito digitale ideato nel 2005 dalla Horizons Unlimited, società fondata a Bologna una dozzina d’anni prima da “un gruppo di allievi di Umberto Eco”. Dopo qualche anno di start-up, MLOL debutta come aggregatore di risorse digitali (protette da diritto d’autore ma soprattutto libere da vincoli!) cui gli editori, le lettrici e i lettori accedono gratuitamente una volta che gli enti aderenti (sistemi bibliotecari ma anche amministrazioni locali, atenei, fondazioni..) abbiano sottoscritto un abbonamento utile a mettere a disposizione dei loro utenti i contenuti presenti in piattaforma. A titolo d’esempio, nella sola Provincia di Milano, vi aderiscono SBM, CSBNO, Biblio Milano Est, Fondazione per Leggere, SBNordEst, Università degli studi di Milano, Bicocca, Cattolica, Brera, IED e altri.

La piattaforma di digital lending si propone oggi sul mercato anche con formule dedicate alle scuole e, con l’abusata formula plus+ al privato, emulando in chiave multimediale il successo delle grandi piattaforme di streaming e affitto cumulativo online.

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Biblioteche popolari a Milano

Su Antonio Bruni e la prima biblioteca circolante (1861) abbiamo speso due parole qualche mese fa. Il nostro viaggio nel tempo fa oggi tappa nel triangolo industriale, e per la precisione a Milano, perché qui meglio che altrove è possibile cogliere l’evoluzione di un fenomeno che di lì a pochi anni, pur mantenendo un certo protagonismo al centro-nord e in particolare in Lombardia, troverà ampia diffusione dapprima a Torino e Genova, quindi a Roma e provincia, a seguire in tutto lo stivale.
Nel 1867, sull’esempio della francese Società degli amici dell’istruzione e di analoghe iniziative in nord America e nei nascenti stati nazione di tutta l’Europa continentale, sorge a Milano la Società promotrice delle biblioteche popolari, che ben presto raccoglie i primi cinquanta soci con un abbonamento mensile al costo di 30 centesimi. Luigi Luzzatti, Emilio Treves e Giuseppe Sacchi ne sono tra i primi promotori.

A che servirà il saper leggere al popolo, se non avrà nulla da leggere? Il complemento della scuola primaria è dunque la biblioteca popolare.

Jean Macè

In questa primissima fase le biblioteche circolanti sorgono spontaneamente in assenza di regia pubblica, supporto economico e precise norme di conduzione. La Società ne supporta la nascita e la messa in rete, in anni segnati da tassi di scolarizzazione deprimentemente bassi. Nelle intenzioni dei proponenti l’acculturazione in età adulta non poteva che passare dalla lettura, dalle università popolari, e dalle altre iniziative sorgenti nell’alveo del mutuo soccorso e vocate ad affrancare dalla paralisi dell’ignoranza le fasce più marginalizzate.

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La biblioteca: una storia mondiale

Questo è un libro bellissimo e pesante. Un libro bellissimo e pesante in senso proprio: bello da sfogliare per le sue fotografie pazzesche che offrono molto più di un commento al testo, pesante almeno mezzo kg per la grammatura della carta, adeguata alla sapiente miscela di testo e immagini. Non siamo di fronte ad un testo di biblioteconomia né di bibliologia, piuttosto di una rassegna di architettura per edifici adibiti, nel tempo storico, a deposito di libri (non necessariamente simili al libro moderno di cellulosa) o spazio di consultazione, studio, cultura.

Copertina del volume
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L’anagrafe delle biblioteche

L’anagrafe delle biblioteche italiane è un progetto dell’ICCU (Istituto per il Catalogo Unico) che affonda le sue radici nella pubblicazione del Catalogo delle biblioteche d’Italia edito tra il 1993 e il 2004.
Dieci anni più tardi questa “rubrica” è stata riproposta per la prima volta sul web e, una manciata di mesi più tardi, implementata con l’aggiunta delle Istituzioni Culturali Ecclesiastiche (AICE). Negli anni successivi la base di dati di partenza è stata progressivamente arricchita con open data a base regionale disponibili in diversi formati e, a partire dal 2017, con statistiche annuali. Se non interessa spegnete pure tutto, se interessa ma non avete idea di cosa si stia parlando conviene partire proprio dalle ultime statistiche (che son sempre curiose e possono far venire voglia di andare avanti), se interessa invece e masticate anche la materia i data-set sono disponibili qui, dove comincia il viaggio vero e proprio.

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Una bibliografia…olimpica

Qualche giorno fa ho partecipato al convegno Giochi pericolosi (Università degli studi di Milano, 19 novembre 2022) con una relazione dal titolo Giochi con le frontiere: un secolo di esclusione, conflitti e traguardi.
Una porzione consistente del lavoro di ricerca che ha preceduto l’intervento è stato reso possibile dalle collezioni del Sistema Bibliotecario di Milano. Segue una sintetica e parziale bibliografia (sì, questa volta commentata) su sport, olimpiadi e politica, basata sui soli testi reperibili in SBM. Per i più volitivi ne ho fatto anche uno scaffale pubblico sul portale delle biblioteche.
Potete inoltre reperire qui il video integrale del convegno (il mio contributo dal min. 5.39.37) e qui il testo di convocazione a cura del lab. politico Off Topic.

Buon allenamento!

Stare ai giochi: olimpiadi tra discriminazioni e inclusioni

Mauro Valeri, Odradek, 2012

Un testo densissimo di storie per lo più misconosciute, una dettagliata rincorsa lungo il Novecento sportivo incardinata su cinque assi tematici di esclusione, che spesso procede per visibilizzazione delle istanze attraverso vittorie e record. Eppure dietro questo artificio c’è dell’altro e del buono.

Storie di sport e politica: una stagione di conflitti 1968-1978

Alberto Molinari, Gioacchino Toni, Mimesis, 2018

I giochi olimpici sono al cuore della copertina, non certo del testo. Eppure questo volumetto resta fondamentale per comprendere le fasi e i sommovimenti che negli episodici olimpici hanno trovato voce e spazio a livello planetario, molto utile.

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La Comune di Baggio

Il 2 settembre 1923, a cinquant’anni esatti dall’annessione dei Corpi santi, undici comuni della prima cintura, oggi diremmo dell’hinterland, venivano accorpati alla città di Milano. Segue la formazione in rigoroso ordine alfabetico: Affori, Baggio, Chiaravalle Milanese, Crescenzago, Gorla-Precotto, Greco Milanese, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno e, a difesa della porta, Vigentino. Guarniscono la panchina diverse altre frazioni minori. L’intera compagine era così ricondotta a forza all’interno di un perimetro da oltre 800.000 abitanti, il cui profilo (evidentemente non la popolazione complessiva) sarebbe rimasto intatto sino all’avvento della Città metropolitana.

L’integrazione portò, con la nascita della Grande Milano, una rivisitazione del fatto urbano irriducibile alla sola dimensione morfologica. Le infrastrutture, le architetture, ma specialmente l’identità delle municipalità sino ad allora indipendenti furono inevitabilmente sconquassate dall’espansionismo cittadino.

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La biblioteca circolante

Quando nel novembre 1861 Antonio Bruni fonda a Prato la prima biblioteca circolante avente per iscopo il raccogliere le interessanti attualità della stampa italiana ed i libri più utili ed istruttivi non ha che diciotto anni e otto soci fondatori.

“che cosa volevamo noi? Chiamar tutti senza distinzione di classi all’opera caritatevole di propagare l’istruzione col mezzo del libro, destinandolo a formare la cultura intellettuale del popolo in continuazione della scuola”

Delle biblioteche e dei libri popolari, A. Bruni

La “circolante” era una biblioteca di prestito, vocata non alla sola consultazione ma alla libera circolazione dei testi. L’intuizione, che avrebbe portato nell’arco di una decade alla nascita di 250 biblioteche popolari e nel 1908 alla Federazione Italiana delle Biblioteche Popolari (Milano), non era per altro del tutto nuova.

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