Forse vi sarà capitato, spulciando un OPAC (che è una maniera criptica di dire un catalogo navigabile online) alla ricerca di audiovisivi, di imbattervi in diciture del tipo “disponibile al prestito da novembre 2024”.
Certo film, musica e videogiochi sono ormai distribuiti disponibili dalle piattaforme di streaming ma non tutti e, certamente, non all’insegna di una cultura della gratuità. Dovrebbe bastare questo a comprendere che non si tratta (più) di una misura adeguata a tutelare cinema o sale d’altro tipo, né si è trattato in passato di una misura adeguata a salvare dall’estinzione piccoli e grandi blockbuster. Per rintracciare le origini del prestito dislocato, che non si riscontra nel caso dei libri, dobbiamo portare le lancette indietro di ben 83 anni.