Il 2 settembre 1923, a cinquant’anni esatti dall’annessione dei Corpi santi, undici comuni della prima cintura, oggi diremmo dell’hinterland, venivano accorpati alla città di Milano. Segue la formazione in rigoroso ordine alfabetico: Affori, Baggio, Chiaravalle Milanese, Crescenzago, Gorla-Precotto, Greco Milanese, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno e, a difesa della porta, Vigentino. Guarniscono la panchina diverse altre frazioni minori. L’intera compagine era così ricondotta a forza all’interno di un perimetro da oltre 800.000 abitanti, il cui profilo (evidentemente non la popolazione complessiva) sarebbe rimasto intatto sino all’avvento della Città metropolitana.
L’integrazione portò, con la nascita della Grande Milano, una rivisitazione del fatto urbano irriducibile alla sola dimensione morfologica. Le infrastrutture, le architetture, ma specialmente l’identità delle municipalità sino ad allora indipendenti furono inevitabilmente sconquassate dall’espansionismo cittadino.
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