Roma: sos rider!

Arricchire le biblioteche di servizi disegnati per i fattorini che consegnano a domicilio nelle vie della capitale: punti ristoro, ricarica eletterica, servizi igienici, ma soprattutto occasioni per fare comunità. Con l’apertura della gara d’appalto per gli allestimenti, il progetto entra nella sua fase operativa a due anni dal primo annuncio pubblico.

Si stima siano seimila le lavoratrici e i lavoratori, per lo più migranti, che muniti di bici, pedalata assistita o scooter sfrecciano ogni giorno per le vie di Roma con l’obiettivo di consegnare in tempo pranzi e cene, pacchi e documenti. Persone che fanno un lavoro sostanzialmente dipendente ma solitamente non inquadrato né tutelato, un fatto grave di per sé, tanto più in considerazione dei pericoli derivanti dal lavorare giorno e notte nel traffico e con mezzi propri. Nella cornice dei lavori di rifunzionalizzazione ed efficientamento di 21 biblioteche del sistema pubblico romano, su spinta della commissione capitolina cultura e in collaborazione con filt cgil, nasce Sos rider: un progetto che alla fornitura di servizi di base affianca esplicitamente la promozione di una comunità, di “coscienza di classe” e maggiore consapevolezza dei propri diritti.

Si parte tra una manciata di mesi con Casa del parco, Giovenale, Arcipelago, Vaccheria Nardi e Laurentina. Per proseguire con una quota parte delle rionali coinvolte dai lavori in quota PNRR: Sandro Onofri, Aldo Fabrizi, Villa Leopardi, Tullio De Mauro, e la Pasolini di Spinaceto. E ancora Municipio II (Flaminia), Municipio V (Mameli), Municipio VI (Collina della Pace), Municipio VII (Raffaello e Rugantino), Municipio XI (Colli Portuensi e Corviale), Municipio XII (Villino Corsini).


Tra le immagini che raccontano l’alluvione che ha colpito un paio di settimane fa l’Emilia Romagna spiccano quelle dei fattorini bici e moto-muniti forzati a consegnare a domicilio in pieno allagamento da piattaforme di delivery e dai loro algoritmi inumani. Oltre l’orizzonte della ricarica (corporea e del pacco batterie) potrà questo esperimento capitolino aprire uno spazio di coabitazione, riconoscenza, auto-organizzazione nell’organizzazione?

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