Tiritera, Corteccia, Libreria di quartiere, Covo della ladra, Brioschi non sono che le ultime in ordine di tempo. Poi possiamo parlare di nuove progettualità editoriali e store digitali alternativi, ma la sostanza non cambia: alcune librerie indipendenti aprono, altre chiudono. Le cause della chiusura possono essere molteplici, alcune di queste ascrivibili al momento (concorrenza di amazon, crisi dell’editoria, aumento dei costi delle utenze), altre possono essere collegate direttamente alle peculiarità del contesto milanese (costo dell’affitto, concorrenza, radicamento di grandi librerie di catena).
A un annetto dall’avvio del suo percorso sotterraneo ha preso forma in febbraio l’Albo delle librerie milanesi di prossimità, una proposta con limiti e punti di grande interesse, che può offrire spunti anche a territori diversi dalla grande città. Prima di arrivarci dobbiamo segnalare, anche solo per la quasi omonimia, il precedente dell’Albo delle librerie di qualità, istituito con la legge 13 del febbraio 2020, recante disposizioni in materia di promozione e sostegno della lettura. Dettagliato dal decreto 115 dell’anno successivo, l’albo da il diritto di utilizzare il marchio di libreria di qualità secondo criteri piuttosto stringenti per i punti vendita: apertura da almeno tre anni, congruo assortimento di titoli rappresentativi l’editoria italiana, adesione ai patti per la lettura dove implementati, attività continuativa tutto l’anno, promozione di eventi culturali specie in riferimento alla platea più giovane. Lo scorso novembre sono scadute le domande per la seconda tranche triennale (2024-2026) di una micropolitica a scala nazionale che, al netto dei criteri di selezione (non è banale avere la possibilità di fare consegne a domicilio, somministrazione, recensioni, corsi..) non distingue tra librerie indipendenti, franchising e di catena.
Lo scorso 20 febbraio la giunta di Milano ha approvato all’unanimità le Linee di indirizzo politico per la costituzione di un Albo delle librerie milanesi di prossimità che, tramite avviso pubblico annuale, si rivolge a imprese fino a 10 dipendenti, con un tetto di 2 milioni di fatturato.
I librari e le libraie iscritti all’Albo dovranno aderire anche al ‘Patto di Milano per la lettura’, collaborando con il Comune di Milano per promuovere della lettura sul territorio, anche attraverso almeno 15 iniziative l’anno aperte al pubblico in libreria o in alternativa in scuole, biblioteche e altri luoghi pubblici e privati, oltre che condividere i principi e i valori della Costituzione Italiana, repubblicana e antifascista, che vieta ogni forma di discriminazione basata su sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali.
Comune di Milano
Il costituendo Albo fa riferimento alle librerie “presidio culturale” che hanno un impatto sociale e aggregativo nel territorio che le ospita, e quindi una vocazione ulteriore a quella naturale di esercizio commerciale di prossimità. Per dirla con le parole dell’assessore alla cultura Tommaso Sacchi l’Albo sarà anche una mappatura utile per immaginare, in futuro, un possibile accesso a misure di supporto.
Dove ha origine la storia di oggi? E come sara possibile non ripiegare l’itinerario fatto sin qui alla giustapposizione di un logo riconosciuto dall’amministrazione locale?
All’inizio del 2024 l’Associazione delle Librerie Indipendenti di Milano ha chiesto un incontro all’Assessorato alla Cultura del Comune per aprire un confronto riguardo la tutela delle librerie milanesi, patrimonio culturale della città. Le librerie indipendenti, infatti, svolgono una funzione anche sociale all’interno del territorio urbano, contributo a cui negli anni le istituzioni non hanno mai saputo dare un riconoscimento effettivo […] in un contesto di concorrenza sleale operata, talvolta, dai colossi del digitale e dalle librerie di catena.
LIM
L’albo si profila come un riconoscimento necessario e parziale della richiesta di una più ampia politica pubblica con impegno di spesa, utile a consentire sgravi fiscali e semplificazione burocratica (scia, occupazione di suolo pubblico..) ma anche a individuare nello sfitto pubblico le sedi adeguate per calmierare i prezzi al metro quadro oggi fuori controllo un po’ in tutto il territorio metropolitano. La prima tappa? Il riconoscimento di uno sconto sulla TARI per le librerie aderenti. Molta strada da fare, un inizio tutto sommato concreto.
Link al bando sul sito del Comune di Milano
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