Saggistica e narrativa perdono un milione di venduto l’anno, copia più, copia meno. Con 30 milioni di copie vendute annualmente si potrebbe dire (sì, è una provocazione) che di questo passo entro il 2055 il libro cartaceo scomparirà, come i ghiacciai dell’intero fronte sud della catena alpina. In dieci anni le libreria indipendenti sono passte da 2251 negozi, a 1354. In caso di rispetto della tendenza, dovrebbero mancare meno di quindici anni all’estinzione. Per avere un paragone la sola Mondadori Retail nel corso del 2025 inaugura circa 30 nuovi store.
Viviamo un periodo difficile per il mercato del libro, caratterizzato da una flessione delle vendite di oltre il 4% nei primi cinque mesi del 2025, dopo il leggero calo del 2024, e anche giugno è partito non bene. A uno sguardo più attento, vediamo però che il calo è interamente attribuibile alla diminuzione degli acquisti da parte delle biblioteche e dei neo-diciottenni attraverso le carte.
Innocenzo Cipolletta, presidente AIE
Nel primo trimestre 2025 le vendite della “varia” sono calate di oltre 800.000 copie, per un controvalore di 12 milioni di euro: la flessione peggiore nell’intera area europea. A pagare il prezzo più alto sono i soliti noti: librerie indipendenti, piccola e micro editoria. Fin qui i numeri snocciolati da AIE a ridosso del salone torinese, di inizio aprile invece l’annuncio da parte di ADEI della nascita di un osservatorio (ma ADEI non era già un osservatorio anni fa?) e di una mappatura mancante nel Paese da diversi anni. gli espositori presenti alla stessa fiera nazionale dell’editoria indipendente sono calati per motivi economici del 18%.
Mentre tagli a pioggia colpiscono l’intera platea culturale, gli storici dell’arte non se la passano meglio e il dicastero dell’istruzione si balocca con questionari farsa riassunti da Il Domani con l’efficace titolo Siete d’accordo o molto d’accordo? Se l’editoria non se la passa bene le lavoratrici e i lavoratori della cultura non stanno meglio.
Ecco, a volte ritrovo il principio delle comunità chiuse anche in editoria: perché troppo spesso scrittori e scrittrici parlano delle problematiche che riguardano scrittori e scrittrici, dalla scarsità di pubblico alle presentazioni alla crisi delle vendite. È molto più raro che si parli degli altri, indispensabili, elementi della filiera.
Lucy sulla cultura
E se c’è un aspetto che affratella dipendenti pubblici e mondo della cultura in lotta è proprio l’esigenza di fare fronte comune per riscattare il proprio tempo di vita e di lavoro attraverso forme di convergenza, vertenza, produzione di comunità.
foto di copertina da Unsplash
Lascia un commento