Io leggo perché nel 2024

In otto anni la campagna #IoLeggoPerché, ne avevo scritto molto sinteticamente qui, ha portato nelle scuole dello stivale 3 milioni di libri, contribuendo alla creazione e al potenziamento di tante biblioteche scolastiche. Le iscrizioni all’edizione 2024 (9/17 novembre) si sono aperte nel mese di giugno su ioleggoperche.it con un pacchetto di partenza di 25.000 scuole e 350 nidi già coinvolti nella campagna che, a partire dal mese di settembre, saranno gemellate alle famiglie donatrici.

Sì, perché l’iniziativa è di AIE con il sostegno del MIC e del CEPELL (oltre alla collaborazione di MIM, AIB, ALI, SIL e Fondazione Cariplo…) ma in buona sostanza i libri li dona anzitutto la cittadinanza, che non guarda ai talenti, ma a ciascun*, con un surplus finale proprio da parte di AIE, surplus generoso, che forse nelle prime edizioni non sempre ha centrato con la necessaria precisione i target di età (prendendo la palla al balzo per riorganizzare qualche magazzino? Non saprei dirlo con precisione, qualche voce serpeggia) ma tant’è, oggi le cose sono sensibilmente migliorate.

A partecipare l’iniziativa nel solo 2023 sono stati quasi 4 milioni di studentesse e studenti e 3609 librerie, per un totale di 600.000 testi distribuiti. Uno sguardo ai dati sulla lettura e le biblioteche (non solo scolastiche!) come dispositivo di contrasto alla povertà educativa può agevolare la comprensione dei molti passi necessari per “portare a casa” allestimento, organizzazione, gestione di bibliotechine spesso sprovviste di personale e strumenti dedicati. Checché ne dica Dacia Maraini in un suo recente contributo dall’afflato libero e dallo svolgimento corrosivo (ma anche problematico) sul connubio tra professione bibliotecaria e burocrazia, anche in ambito scolastico non c’è biblioteca senza personale preparato ad accompagnare l’itinerario che conduce la persona curiosa al suo testo. Ci sono scaffali e volumi, ci sono depositi e pareti riscaldate da dorsi più colorati di altri.

Ciò premesso…perché il fondo per i libri scolastici dedicato alle famiglie in povertà assoluta non viene implementato e l’acquisto dei libri scolastici defiscalizzato? Che a chiederlo ad alta voce siano editori, librai e confcommercio non stupisce, che il governo non recepisca le misure richieste anche, che le belle campagne (rese possibili dalla generosità delle famiglie!) e le politiche pubbliche si collochino su piani divergenti e non concordanti è un filo più problematico.