Il Centro nazionale d’arte e di cultura Georges Pompidou, inaugurato l’ultimo giorno di gennaio del 1977, chiude i battenti per un importante progetto di restyling e ammodernamento. La fine lavori del nuovo Beaubourg, già oggetto di una ristrutturazione a fine anni novanta, è prevista per il 2030. Nei giorni in cui la notizia si fa largo sui media un’altra vicenda parigina, quella dell’occupazione della Gaité lyrique, viene al pettine.
Nel 1969 il presidente francese Goerges Pompidou inaugura la sua presidenza col sogno di dotare la città di una grande istituzione culturale dedicata alle arti moderne e contemporanee, completa di museo, di una grande biblioteca pubblica, la BPI, e di un’appendice dedicata al design industriale. Il concorso internazionale indetto per la sua progettazione vede quasi 700 partecipanti, e vedrà vittoriosa la proposa di Rogers, Piano e Franchini. Chiave del disegno proposto dai tre architetti è la nudità dell’edificio: ne emerge una proposta di sicura innovazione ma dal disegno divisivo, che espone e caratterizza cromaticamente le funzioni di servizio (elettricità, areazione, sistema delle acque) oltre ai percorsi dedicati al flusso dei visitatori.
Lo scheletro razionale e flessibile della Nave della cultura non si presta tuttavia agli obiettivi attuali di sostenibilità e sicurezza, specie in considerazione dei volumi di partecipazione e semplice visita che le molte sezioni del Pompidou accolgono quotidianamente.
Nella sua collezione permanente, il Centre Pompidou ospita alcune delle opere più rappresentative e influenti della storia dell’arte moderna e contemporanea. Tra queste, troviamo capolavori di Pablo Picasso, Salvador Dalí, Henri Matisse, Wassily Kandinsky, Marc Chagall, Piet Mondrian, Jackson Pollock, oltre a opere di artisti contemporanei quali Jeff Koons, Marina Abramović, Anish Kapoor, Gerhard Richter, Anselm Kiefer, Annette Messager, Sophie Calle, Tatiana Trouvé, Pierre Huyghe, e Huang Yong Ping.
Domus
Lo scorso 18 marzo si è conclusa in forza di botte e lacrimogeni e dopo oltre tre mesi di resistenza, l’occupazione di un altro sito culturale parigino da parte di 450 giovanissimi migranti.
L’operazione, monitorata da un centinaio di attivisti di Belleville e associazioni di solidarietà, segue un ordine di evacuazione prefettizio per il teatro occupato dal 10 dicembre 2024. Nonostante le persone coinvolte siano nella quasi totalità minorenni, non seguiranno offerte abitative se non di ordine temporaneo ed emergenziale.
diverse migliaia di giovani richiedenti asilo si trovano a vivere per strada. Per questo, a gennaio del 2023 la Francia è stata sanzionata dal Comitato per i diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite, che vigila sull’applicazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Il Post
La lotta per il diritto a un alloggio degno ha portato le contraddizioni della metropoli parigina nel cuore di una sua istituzionale culturale, confermando che la prima città dei 15 minuti, non ha trovato scampoli di tempo per occuparsi di quasi 500 minori non accompagnati e destinati a tornare ad abitare le strade della capitale con insicurezza e insoddisfazione per tutte le parti coinvolte. L’Ottocentesco Théâtre de la Gaîté, ristrutturato nel 2011, potrà presto tornare a occuparsi di elettronica, informatica e comunicazione contemporanea, il segnale lanciato nell’etere non ha ancora intercettato forme di vita senzienti.
Img di copertina da commons wikimedia
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