La notizia arriva su El pais lo scorso 6 ottobre: il ministero della cultura iberico si prepara a sostituire il software della Biblioteca Nacional de España (BNE) in omaggio al decreto-legge dello scorso settembre contro il genocidio in corso a Gaza. La Ex libris group “società fondata negli anni ’80 in territorio occupato illegalmente da Israele” non potrà applicare alla nuova gara d’appalto.
L’articolo di oggi parte da questa storia, e arriva alla petizione online lanciata da bibliotecari* delle università italiane per non rinnovare i contratti in essere con questa società. Sono già state raccolte oltre ottocento e altre ne arriveranno a mano a mano che la voce si sparge: è una presa di posizione individuale e pubblica per innescare scelte economiche diverse; qualcosa di concreto che possiamo e dobbiamo sottoscrivere e notiziare. Ora possiamo continuare con l’articolo.
Il dicastero guidato da Ernest Urtasun, in quota Sumar, risponde con questa mossa alla petizione per la rescissione dei contratti pubblici con entità complici dell’occupazione sottoscritta da almeno 500 bibliotecari*, che a breve avranno un incontro col ministero stesso e con la direzione della BNE. Il pacchetto di misure varate in settembre prevede il divieto di compravendita di armamenti con Israele, il divieto di attracco di navi cisterna contenenti combusibili per l’esercito, aumento degli aiuti umanitari e dei contributi all’UNRWA, e una serie di altre misure tra cui il divieto di import di prodotti e servizi, materiali e immateriali, provenienti dagli insediamenti illegali nei territori palestinesi.
ExLibris nasce al principio degli anni ottanta per la produzione Automated Library Expandable Program (ALEPH), il software che ha messo in rete tutte le università israeliane. Sei anni più tardi diviene una software house produttrice di sistemi integrati per la gestione delle biblioteche (ILS/LMS) ed è prima finanziata da fondi di venture capital, poi, per mezzo di una catena di acquisizioni, nel 2021 è passata nelle mani di Clarivate analytics, la società che possiede anche Web of Science e Science Citation Index.
Difficile dire quante biblioteche utilizzino oggi in Italia le soluzioni di Ex libris. Da una breve scorsa sul web appare chiaro che, specialmente in ambito accademico: Alma e Aleph sono (o sono state) diffuse in decine di università italiane, oltre che nell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Sul canale telegram di BibliotecAria e qui sul blog più di una volta abbiamo abbracciato il tema della solidarietà internazionale con Gaza e la Palestina sia dal punto di vista della filiera editoriale, che da quello del protagonismo sindacale. Nel segnalare questa intuizione di matrice spagnola sarebbe interessante sapere se e dove bibliotecari*, student*, personale docente e non docente in mobilitazione stanno ragionando su una campagna di disinvestimento economico di questo tipo anche alle nostre latitudini.
Una prima iniziativa in questo senso arriva da questa petizione online che invito a far circolare dove e quanto più possibile, in base alla vostra sensibilità e possibilità di esposizione. Oggi pomeriggio (lunedì) in consiglio comunale a Milano sarà nuovamente al voto la mozione sul gemellaggio con Tel Aviv, con un presidio convocato alle ore 17. In un momento improvvisamente povero di contributi critici, dopo settimane di intensissima iniziativa di piazza, è nuovamente tempo di capire come stare dalla parte degli ultimi in uno scenario di cessate il fuoco neocoloniale.
Immagine di copertina di Annie Spratt su Unsplash

