Consumi culturali 2024 a Milano. Un contrappunto.

L’indagine sui Consumi culturali 2024 nella città di Milano è stata presentata da Osservatorio AIE, Comune di Milano e BookCity Milano presso il CASVA, nella cornice del Forum Cultura del 4/5/6 novembre 2025. In occasione della sua quinta edizione, l’analisi basata su dati SIAE ha passato al vaglio 44 tipologie di manifestazioni in ambito spettacolo, sport e intrattenimento, e per la prima volta è implementata da alcuni dati relativi al comparto museale prodotti dal Centro studi AIE. Il tutto è liberamente scaricabile, in sintesi .pdf, a questo indirizzo.

Prima di cominciare: com’era andata lo scorso anno? Ne abbiamo parlato qui su BibliotecAria.

Cosa è bislaccamente incluso? Prenotazioni, guardaroba, ristorazione nelle location. Cosa NON è stato preso in considerazione? Tutti gli eventi gratuiti. Cominciamo da qui: a Milano si tengono 100 eventi al giorno (oltre la metà culturali) per un totale di 36.600 l’anno, gratuità e sale cinematografiche (323 proiezioni/giorno) escluse.

La spesa complessiva (781,4 MLN) è in netto calo del 3% (un dato che non emerge certo con limpidezza nella generosa rassegna stampa successiva alla presentazione) e questo a parità di platea, 26,7 MLN di partecipanti. I soli consumi culturali cubano 542 MLN, segnando un punto quasi stazionario dopo una crescita di quasi il 50% nell’ultimo lustro. Se a questa porzione togliamo pure la musica leggera, pop e rock, riconosciamo anche un lieve calo di platea.

Il report insiste a sottolineare che a Milano si spende in cultura il 13% dell’intero Paese e raffronta questo numero con la % di popolazione residente. Un dato di dubbio valore, considerato che agli eventi a pagamento n/delle grandi città partecipano moltissime persone residenti fuori Comune, provincia, regione e stato.

Ai nostri cittadini che sono famelici di cultura, in realtà, a volte magari pensano di averla e non c’è l’hanno, ma insomma questa è una piccola polemica che mi consento

Elena Grandi, assessora al verde (video)

Visitatrici e visitatori dei musei meneghini (5,9 MLN di persone) sono in aumento del 6%, mentre la loro spesa (53,3 MLN) aumenta nell’anno 2024 del 10%. Questo dato è particolarmente interessante, specie se incardinato nell’ipotesi di innalzare il costo di acceso ai musei meneghini. Il flusso relativo alle mostre cresce della metà e raggiunge 1,5 MLN di ingressi; qui la spesa cresce di quasi il 20% ma inspiegabilmente questo dato non include il comparto privato.

E veniamo al fine ai libri: la crescita della varia non arriva all’1%, per un valore complessivo di 156,3 MLN, segnalando la fine di una stagione di crescita importante, fine che tuttavia resta in controtendenza rispetto alla crisi del panorama nazionale. Anche le librerie aumentano a Milano toccando quota 190 (145 indipendenti, 38 di catena e 8 in franchising) e qui si dovrebbe esplicitare forse il concetto di “indipendente”, su cui il report non si sofferma. Le librerie a Milano sono il 7% del numero complessivo del paese. Non una parola è spesa su quelle che anche quest’anno hanno chiuso. Il calcolo dell’ingombro economico dell’industria del libro è minato anche dall’assenza nel computo di fiere, musei, festival, ebook, carto-librerie e dell’usato.

Perché? Anche questo non si dice.


Foto di copertina di Ouael Ben Salah su Unsplash


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