Conrad Gessner, camminatore

Recentemente ho segnalato la pubblicazione di un volume monstre scritto “a dieci mani” dedicato a quante/i desiderino cimentarsi nei concorsi per bibliotecari. La dedica di alcune righe alla figura del bibliografo, naturalista e medico svizzero Conrad Gessner, all’interno del capitolo che si occupa dell’evoluzione della disciplina biblioteconomica, era del tutto naturale:

Spettò a Conrad Gessner, naturalista ed erudito, il compito di rinverdire lo spirito universalista dell’antica istituzione alessandrina con la pubblicazione nel 1545 della sua Bibliotheca Universalis, “la” bibliografia universale delle lingue dotte, comprensiva di oltre 5.000 autori e 15.000 testi greci, latini ed ebraici. Componendo quest’opera, unitamente a un indice per autori, egli pone l’accento sul connubio tra conoscenza del patrimonio culturale, produzione di repertori omnicomprensivi e tutela. È considerato l’inventore della scheda bibliografica, la carta d’identità del documento posseduto e inventariato. La sua iniziativa, la cui sensibilità classificatoria è al centro del successivo volume Pandectae (1548/9) che si apre ad autori volgari, è debitrice della prima opera bibliografica dell’era moderna: il Liber de Scriptoribus Ecclesiasticis (1494) di Trithemius.

Concorsi per bibliotecari. Funzionari, istruttori e collaboratori (Edises, 2024)

Sono passati dieci anni dalla pubblicazione della sua opera più celebre, è estate, siamo nei dintorni di Lucerna, dove Gessner sceglie di salire i 2128 metri slm del Monte Pilatus prima di vergare, al ritorno da questa escursione prima dell’escrusionismo, queste parole:

Finché Dio mi permetterà di vivere, ogni anno scalerò delle montagne, nella stagione in cui le piante sono in piena fioritura, per esaminarle e per procurare al mio corpo un nobile esercizio e allo stesso tempo un piacere al mio spirito.

Sempre nel 1555 pubblica Mithridates de differentis linguis, dimostrando ancora una volta di affrontare con la stessa erudizione e disinvoltura botanica e linguistica, zoologia e professione medica. Il bibliografo di Zurigo si propone ancora una volta come un sistema vivente di estrapolazione delle idee, sintesi e organizzazione della conoscenza rinascimentale per concetti e autori.

La lettera che riepiloga l’escursione al Monte Fratto (altro nome con cui era nota la montagna citata) è stata tradotta di recente e riproposta all’interno del volume L’ammirazione della montagna curato e introdotto da Luigi Zanzi ed Enrico Rizzi per la libreria-editore Grossi, reso riconoscibile anche dalla scelta editoriale di richiamarne il protagonista con la lettera K, Konrad e con una sola s nel cognome, cognome che talvolta si ritrova anche nella forma Gastner. Il Gessner escursionista è stato recentemente scoperto proprio attraverso i copiosi carteggi che affiancano le sue attività in ambiente, come segnala A piedi sotto il cielo, la generosa storia dell’escursionismo dalle origini ai giorni nostri scritta da Lorenzo Bersezio per i tipi di UTET una manciata di anni fa.

Mancano duecento anni alla nascita ufficiale della disciplina alpinistica, convenzionalmente legata alla prima ascensione al Monte Bianco, e tra i meriti misconosciuti di Gessner possiamo riconoscere proprio lo sguardo, del tutto anticipatore, sulle terre alte quali luogo di bellezza, scoperta, stupore. Qualcosa di apparentemente naturale ed intimo allo sguardo contemporaneo, del tutto inedito prima che si dispieghi l’epoca dei grand tour e del romanticismo. Non è il primo, non è nemmeno l’unico del suo tempo, eppure la sua inclinazione di curioso, unitamente alla preparazione “scientifica”, lo porta a dichiarare nel De montium admiratione l’aspirazione ad affiancare all’erudizione la salita di almeno, almeno, una cima all’anno.

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