La Library and Information Workers’ Organisation of South Africa (LIWO) apre i battenti a Durban il 14 luglio 1990, la sua filiale di Pietermaritzburg quattro mesi più tardi. La LIWO appare nella regione del KwaZulu-Natal agli albori del processo di emersione dal regime di apartheid, affondando le radici nella precedente tradizione democratica, internazionalista e non escludente. La sua dichiarazione di intenti (Statuto del 1996) ruota attorno ai concetti di indipendenza, attivismo, trasformazione sociale in senso non discriminatorio e accessibile, di anticonformismo e visibilizzazione degli emarginati.
LIWO members sought out banned materials and secretly distributed them in their communities using false covers and other subterfuges
Progressive library organizations, Al Kagan
Il regime di apartheid propriamente detto comincia nel 1948, ma dobbiamo guardare all’esito di 350 anni di colonialismo britannico ed olandese per comprendere la stratificazione sociale determinata dai processi di razzializzazione che separano bianchi (elemento apicale), persone meticce, “indiani” (come venivano denominate le persone di discendenza asiatica) e, in coda alla piramide, le persone nativamente africane. L’organizzazione storica di riferimento per i bibliotecari era sin dal 1930 la South African Library Association (SALA), un’iniziativa sostanzialmente “bianca” e a forte trazione accademica. Dal 1963 la sua postura segregazionista si fa ancor più stretta e accompagna la nascita di organizzazioni professionali separate, sulla base del pregiudizio razziale. Questo approccio porta l’UNESCO nel 1971 a chiudere i rubinetti dei finanziamenti ad IFLA, di cui la SALA era membro. L’anno successivo la SALA accorda l’abbandono della più importante organizzazione bibliotecaria internazionale ma diversi istituti restano singolarmente al suo interno (inzialmente) senza diritto di voto. Spinta al discioglimento nell’80, diviene ben presto South African Institute for Librarianship and Information Science (SAILIS), con un’impronta ipoteticamente più aperta ma dall’adesione “attiva” sostanzialmente preclusa a causa di una politica di accesso per titoli professionali maliziosamente stretta. IFLA interviene con altre risoluzioni “di esclusione” di facciata, ed è in questa decade che matura l’idea dar vita ad un’esperienza associativa su basi culturali inedite.
Dopo l’exploit del 1990, l’organizzazione si espande: nell’ottobre 1991 è il turno di Western Cape e ancora nel novembre del ’44 di Gauteng. Nel frattempo avvia anche una newsletter trimestrale dal nome Liwolet. Al centro della sua iniziativa ritroviamo tanti dei temi e delle campagne della biblioteconomia progressista: alfabetizzazione informatica, istruzione comunitaria, radio diffusione, denuncia delle collezioni eurocentriche e dei materiali esplicitamente razzisti, supporto alle biblioteche in aree rurali e svantaggiate, attività contro la tariffazione dei servizi all’utenza, relazioni con le comunità della diaspora, senza dimenticare di intervenire nei consessi internazionali anche in termini conflittuali.
I suoi referenti internazionali sono la Progressive Librarians Guild (PLG) sulla cui rivista si parla ampiamente e a più riprese di questa esperienza. Quindi Librarians within the Peace Movement (LWPM) fino allo scioglimento avvenuto nel 1993 col suo giornale Alternative Information Record (AIR) e, anche successivamente, col LINK: a Network for North-South Library Development e all’International Group of the Library Association. Da membri del LIWO nasce il collettivo che darà vita ad Innovation: Journal of Appropriate Librarianship and Information Work in Southern Africa, ancora oggi attiva come rivista accademica riconosciuta.
La crescita della LIWO spinge l’African Library Association of South Africa (ALASA) e SAILIS a timide aperture, che non scuotono le fondamenta esclusiviste e accademiste delle rispettive organizzazioni, anche se un’interessante occasione collaborativa e trasformativa arriva col progetto Transforming Our Library and Information Services (TransLIS) a partire dal 1993. La seconda conferenza nazionale LIWO è finanziata dall’associazione bibliotecaria radicale svedese Bibliotek i Samhälle (BIS), e giunge subito dopo le elezioni che mettono fine ad apartheid e vedono la vittoria dell’African National Congress (ANC).
La LIWO era un’iniziativa autonoma in forte relazione con l’ANC, nesso che le diede un rilievo anche maggiore del suo peso specifico, a fronte di una difficoltà a garantirsi indipendenza nei rapporti con l’organizzazione più importante del movimento di liberazione. In un periodo di forti tensioni e di timori di colpi di stato la LIWO aggiorna i suoi principi guida in una nuova cornice egemonica, e in preparazione al pressing per l’unificazione nazionale delle organizzazioni attive in ambito LIS.
2.1.1 the inalienable right of every person to participate in the free and equal exchange of information;
Principi guida della LIWO
2.1.2 the right of library and information workers to collect, store and distribute information freely and without interference;
2.1.3 that everyone has the right to freedom of opinion and expression and that this right includes freedom to hold opinions without interference and to seek, receive and impart information and ideas through any media regardless of frontiers
2.1.4 that library and information services in South Africa have been distorted by apartheid in such a way that the information needs of the majority are not being satisfied;
2.2 LIWO accordingly believes that the free flow of information is essential to the development of a free, non-racial, non-sexist, united and democratic South Africa;
2.3 In accordance with that belief, LIWO commits itself in policy and practice to: 2.3.1 the selection, presentation and distribution of information to all, without prejudice, and to resisting any attempt to interfere with the objective;
2.3.2 developing information services in response to community needs;
2.3.3 promoting research into library and information services, which research will have as its purpose the planning of future services as an indispensable part of the wide educative process;
2.3.4 developing the education and training of library and information workers in such a way that it identifies the social context within which libraries and information services operate, addresses user and community needs, and mobilizes expertise in all related fields;
2.3.5 promoting more democratic communication between LIWO members and information workers in other countries, and particularly in neighboring African countries
L’organizzazione che lottava contro la censura e che parlava di lotta per l’emancipazione a partire da scuola, editoria, libertà di espressione, studio dei servizi negati all’utenza, solidarietà con la Palestina… si trova improvvisamente all’angolo, lacerata e marginalizzata d’innanzi all’ipotesi di un’unificazione senza unità d’intenti e comune visione della professione con SAILIS e ALASA. Le voci di fusione fanno naufragare il progetto TransLIS e presto vedrà i natali la Library and Information Association of South Africa (LIASA) dalla cui genesi la LIWO si autoesclude, prima di abbracciare la via della crisi interna e di irrilevanza pubblica entro la fine del Novecento. La sua eredità tuttavia tracima dal recipiente che aveva contenuto per una decade questa singolare iniziativa biblioteconomica radicale.
Per saperne di più
Progressive library organizations. A Worldwide history, di Alfred Kagan.
Immagine di copertina dal sito aamarchives.org


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