Appunti sulla biblioteca contemporanea

Qualche settimana fa CheFare, agenzia per la trasformazione culturale, ha pubblicato il primo numero di una rivista digitale dal titolo LaRivista.

LaRivista si scarica gratuitamente in formato .pdf, l’impaginazione è scarna e pulita, all’interno di questo numero d’autunno una decina di contributi (Faggiolani, Bozzato, Bollo, Ferrari, Marzano, Brambilla, Giossi, Gaspari) incorniciati da un sintetico editoriale e da una bibliografia minima.

Architrave di questa prima edizione è appunto la biblioteca contemporanea le cui dimensioni sono prismaticamente scomposte e riproposte in un agile volumetto.

In questa lunga strada abbiamo imparato alcune cose importanti.

La prima è che le biblioteche sono un’infrastruttura civica fondamentale per il paese. Perché sono baluardi nei quali il piacere della cultura e il potere trasformativo del sapere sono alla portata di tutte e tutti.
La seconda è che le biblioteche attirano e attivano le competenze e le relazioni sui territori attraverso percorsi di partecipazione attiva. Quelle del personale, portatore di un sapere situato, specialistico e sfaccettato, con una convinzione ferrea del portato culturale e sociale del proprio lavoro. Ma anche quelle delle pubbliche amministrazioni, che nei casi migliori le rendono protagoniste di sperimentazioni importanti e coraggiose. E quelle degli utenti, che come fruitori, cittadini attivi o membri organizzati della società civile rendono le biblioteche sempre più porose e generative.
La terza è che c’è ancora moltissima strada da fare. Ancora troppo spesso, l’immaginario che si associa alle biblioteche è quello di luoghi lontani e sterili. Per questo abbiamo chiesto ad alcune delle figure più interessanti incontrate di riflettere assieme a noi sulla trasformazione culturale in atto.

Dalla presentazione de LaRivista