L’idea iniziale era quella di digitalizzare e restituire alla comunità di Internet Archive tre milioni di registrazioni musicali non più pubblicate. Non è finita benissimo.
Le recenti traversie legali dell’Archivio di Internet sono arrivate a un punto di svolta prima con l’esito del processo all’Emergency library quindi, un annetto fa, con l’esposizione di dati e un potente attacco ddos.
Il Great 78 Project conserva e rende reperibile vecchie registrazioni musicali oggi disponibili nel solo formato dei dischi fonografici, che rappresentavano lo standard prima del vinile a microsolco a 33 e 45 giri. Il sogno prevedeva il recupero di tre milioni di registrazioni.
Il progetto avrebbe causato danni mooooolto ingenti alla discografia internazionale. Si sa quanto sia nutrita la schiera degli acquirenti di dischi in gommalacca e lamina cerata. Nel mese di settembre l’accordo con UMG (e Sony, e Capitol ed altre sorelle..) è stato trovato ma è un accordo dall’esborso economico riservato. Il fondatore del progetto George Blood e il patron di IA Brewster Kahle non sono stati più generosi in fatto di dettagli, abbiamo solo quale inferenza sulle richieste di 400 e più avanti 700 milioni di dollari. I periti di parte di IA avevano ridimensionato la stima a 41.000 dollari.
Si coglie un tentativo di addomesticamento della belva, che fa leva sul soffocamento economico e lo spettro di nuovi processi legati all’estensione più o meno legittima del fair use. Le voci critiche su queste manovre vibrano ostinatamente senza tromba in ottone.
Ad ogni modo questo articoletto non è che una scusa per chiudere ora con le chiacchiere e prendersi il restante tempo per fare una visita a The Great 78 Project, perché solo questo ci affezionerà il giusto alla difesa del progetto. Un’idea? Si può partire da qui..
Nel frattempo, a ratificare potenza e unicità del progetto, IA ha pubblicato una nuova guida alle risorse tutta dedicata alle biblioteche in occasione della pubblicazione del primo trilione di pagine web all’interno della nota wayback machine.
L’altra IA, quella artificiale, si accorda intanto con le stesse major (a partire proprio dalla già citata Universal) molto interessate a temperare la diffusione di start-up che, almeno in questa prima fase, non sono allineate al diktat del diritto d’autore e della monetizzazione.
Foto di copertina di Denny Müller, su Unsplash


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