Quella dei Probi viri di Rochdale (1844), i primi cooperatori della bottega al civico 31 di Toad lane, il vicolo dei rospi, è la vicenda di una trentina di cooperatori ben organizzati, non cartisti né radicali, che danno simbolicamente i natali a un movimento di portata globale in cui è il lavoro a controllare il capitale, piuttosto che il contrario.
Al di là del mito “tecnicizzato” da Holyoake (insieme a Henri Desroche un secolo dopo uno dei più entusiasti cantori della prima stagione del fenomeno cooperativo) dobbiamo tornare al crepuscolo del diciottesimo secolo per incontrare le prime tracce di mulini cooperativi e ancor prima all’antesignana compagnia di assicurazione antincendio di B. Franklin e soci nel 1750 in terra statunitense. Del 1825 è l’esperienza di New Armony sotto l’egida del visionario Robert Owen, cui seguono iniziative pionieristiche in Francia (1831), Giappone (1843), Brasile (1847), Canada (1852), Germania (1865), Argentina (1875) e così via.
La storia della cooperazione italiana intreccia quella del movimento mazziniano, del riformismo socialista e integrale oltre che di quello cattolico, delle società di mutuo soccorso (SOMS), e per certi versi delle prime istanze sindacali, almeno fino a quando il regime fascista non ne scoglierà la Lega nazionale per pervertirne il senso nella cornice del neonato Ente Nazionale Fascista della Cooperazione.
Dalla prima cassa rurale di credito agricolo del 1840, al primo comitato di previdenza torinese quattordici anni più tardi, le cooperative di consumo sono 46 all’indomani dell’Unità e non passano che una manciata di anni prima che nel 1877 nasca la prima Società edificatrice cooperativa in Milano, che con l’Emilia rappresenta una delle capitali del movimento che si darà un congresso federativo giusto a Modena nel 1886, e prima della fine del secolo (1893) la nascita della sua Lega nazionale. Le forme sono le più varie a seconda di quanto il territorio e le sue istanze sociali rendevano possibile osare: consorzi agrari, forni rurali, cantine sociali, latterie sociali, affittanze collettive, magazzini rurali, organizzazioni bracciantili e artigiane, colonie comunitarie, a coprire l’intera filiera della produzione e del lavoro, del consumo, della previdenza e del credito.
- Adesione libera e volontaria
Organizzazioni volontarie aperte a tutti gli individui capaci di usare i servizi offerti e desiderosi di accettare le responsabilità connesse all’adesione, senza alcuna discriminazione sessuale, sociale, razziale, politica e religiosa. - Controllo democratico da parte dei soci
Le cooperative sono organizzazioni democratiche, controllate dai propri soci che partecipano attivamente nello stabilire le politiche e nell’assumere le relative decisioni. I rappresentanti eletti sono responsabili nei confronti dei soci. Nelle cooperative i soci hanno gli stessi diritti di voto (una testa, un voto). - Partecipazione economica dei soci
I soci contribuiscono equamente al capitale delle proprie cooperative e lo controllano democraticamente. I soci, di norma, percepiscono un compenso limitato, se del caso, sul capitale sottoscritto come condizione per l’adesione ed allocano il surplus per qualunque dei seguenti scopi: sviluppo della cooperativa possibilmente creando delle riserve, parte delle quali almeno dovrebbe essere indivisibile; benefici per i soci in proporzione alle loro transazioni con la cooperativa stessa, e sostegno ad altre attività approvate dalla base sociale. - Autonomia e indipendenza
Le cooperative sono organizzazioni autonome, autosufficienti, controllate dai soci. Nel caso in cui esse sottoscrivano accordi con altre organizzazioni (incluso i governi) o ottengano capitale da fonti estere, le cooperative sono tenute ad assicurare sempre il controllo democratico da parte dei soci e mantenere l’autonomia della cooperativa stessa. - Educazione, formazione e informazione
Le cooperative si impegnano ad educare e formare i propri soci, i rappresentanti eletti, i manager ed il personale, in modo che questi siano in grado di contribuire con efficienza allo sviluppo delle proprie società cooperative. Le cooperative devono attuare campagne di formazione allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla natura e benefici della cooperazione. - Cooperazione tra cooperative
Le cooperative servono i propri soci nel modo più efficiente e rafforzano il movimento cooperativo lavorando insieme, attraverso strutture locali, nazionali ed internazionali. - Interesse verso la comunità
Le cooperative lavorano per uno sviluppo sostenibile delle proprie comunità attraverso politiche approvate dai propri soci.
Dalla Dichiarazione di identità cooperativa, approvata dal XXXI Congresso dell’Alleanza Cooperativa Internazionale di Manchester
Oggi sfogliando la rivista Consumatori della Coop o osservando il tasso di sfruttamento e autosfruttamento che coinvolge la logistica o le cooperative sociali tutto questo appare estremamente distante nel tempo, quasi appartenesse ad una genealogia del tutto differente, solo segnata da una casuale omonimia. Sono archiviati i carteggi su ristorno e non accumulo delle quote, le implicazioni dei sette principi dell’ACI (vedi box su) e l’autogoverno democratico, il solidarismo in vece della remunerazione del capitale. Eppure questa forma di economia sociale è stata per un secolo uno dei più ampi laboratori di realizzazione di impatto sociale fuori dalla ratio del capitale. Un campo d’azione in tanta parte sussunto ed assorbito certo, e prima di questo visto con sospetto in quanto non immediatamente conflittuale, eppure un ambito di pratica e possibilmente di autogestione senza pari per varietà e distribuzione globale.
Il movimento cooperativo in Italia, 1854-1925 : scritti e documenti / a cura di W. Briganti
Il movimento cooperativo italiano : storia e ruolo nell’economia nazionale / Ilario Bianco
Il movimento cooperativo nella storia d’Europa / a cura di Maurizio Degl’Innocenti
Il progetto cooperativo : la sua utopia e la sua pratica, i suoi apparati e le sue reti, le sue speranze e le sue delusioni. In appendice: Robi Ronza: il movimento cooperativo in Italia: cenni sulla storia e sul suo attuale ruolo nell’economia italiana / Henri Desroche
Oltre il motivo del profitto : storia, economia, gestione e finanza delle imprese cooperative italiane / Maria Vella
Immagine di copertina tratta da questo indirizzo
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