Nasone, all’anagrafe Achille Cremonesi, è nato il giorno della vigilia del 1928. Ragazzino cresciuto sugli argini del Redefossi, giovane antifascista, operaio sindacalizzato, uomo incessantemente al servizio della memoria fino a quando gli è stato possibile, l’ultimo partigiano di Rogoredo si è spento la scorsa settimana, di martedì.
A quattordici anni, nel maggio del ’42, è operaio alla Caproni di via Mecenate, dalle parti degli studi RAI. Tra loft, locali e campi da calcio si riconoscono ancora oggi i corpi di fabbrica e qualche bunker ostinato. Dopo l’otto settembre, con un drappello di coetanei dà vita a un piccolo nucleo del Fronte della gioventù ed apprende l’arte dei sabotaggi alle carlinghe camuffati da imperizia. La stagione dei disarmi dura un annetto, fino a quando il 24 novembre si trovano coinvolti in una sparatoria con le guardie. Le torture inflitte a uno dei sodali portano, in una manciata di giorni, a una catena di decine di fermi e arresti. Col passare delle ore in fabbrica chiedono anche di lui, la voce gli arriva giusto in tempo per riparare in un covo partigiano in zona Navigli e poi a Sala Comacina, dove è aggregato alla 52a Garibaldi.
Il 24 dicembre è tratto in arresto con l’imputazione di banda armata. Sono in ventidue gli uomini e i ragazzi coinvolti dalla retata. Per cominciare gli rompono il naso, la successiva condanna del tribunale militare straordinario di Como arriva in cinque giorni: fucilazione per i maggiorenni, dieci anni di Carcere per lui. Finisce alla casa circondariale di San Vittore, dove saremmo tornati insieme in occasione delle riprese di Rumore di fondo, quindi a Novara, da cui uscirà solo col 25 Aprile. Alcuni brani di questa storia sono recuperabili nella video intervista del progetto Noi partigiani.
In Redaelli si sindacalizza in FIOM e qui esprime il suo impegno sociale fino all’epilogo nel 1986: diritti, salute, case operaie, sport popolare. Il suo protagonismo di delegato e nel Consiglio di fabbrica è testimoniato anche da un lascito archivistico oggi conservato all’Archivio del lavoro di Sesto S. G. Conclusa l’attività lavorativa la sua militanza prosegue nell’ANPI di zona 4 e l’impegno civile in Coop Rogoredo, e specialente tra i piu giovani. Tra il 2005 e il 2007 battiamo insieme tante tante scuole tra ricorrenze, proiezioni e autogestioni.
Di lui ricordo la voce profonda, il passo trascinato di un corpo sepolto da cappello e giaccone. É l’autunno del 2004 e il nostro primo incontro, in una uggiosa giornata nella periferia sud-est della cità, è immortalato dalle riprese di un docufilm diretto da Paolo Cognetti e prodotto dalla dropout di Marco Carraro. Il titolo è Rumore di fondo, il sottotitolo Storie di semplici resistenti. Con Achille abbiamo girato per rifugi antiaerei, cave in cui gli artificieri fanno saltare ordigni inesplosi, cortili di case a ringhiera ed ex carceri abbandonate. Fino a raggiungere Sant’Anna di Stazzema, uno dei luoghi che gli erano più cari e che più lo emozionavano. Il film lo potete recuperare qui o (in formato dvd) qui. Non ha avuto una vita felice quel documento, ma Achille ne era il protagonista, io il suo sparring partner, in quell’occasione è nato un rapporto durato qualche anno che resta un episodio chiave del mio percorso. Ogni tanto telefonava “mi hanno chiesto di andare qui e lì a raccontare, andiamo insieme che tu sei giovane e traduci”.