Questa settimana approda in libreria, per i tipi di AgenziaX, una collettanea dal titolo Il fantasma della verità. Il libro affronta Philip K Dick a quarant’anni dalla fine della sua esperienza terrena, ed evolve da un ciclo di incontri ospitati lo scorso anno dalla Libreria Anarres, di Milano.
Dopo l’anteprima proposta da Marco Philopat lo scorso sabato, in occasione di Occupare l’immaginario, la primissima presentazione si terrà lunedì 6 novembre (subito dopo cena!) in Cascina Torchiera Senz’Acqua.
Mi sembra giunto il momento, a trent’anni dalla morte, di tentare un salto di qualità nella lettura di Dick. E riconoscere a questo autore frenetico e polimorfo, irrequieto eppure già “classico”, la qualifica che gli spetta: quella di narratore-filosofo
Antonio Caronia, 2012
Dalla quarta di copertina
Ci siamo ritrovati, giovani e vecchi, studiosi o solo appassionati, nella comune sfida di pensare che questi quarant’anni fossero da intendersi passati non “senza” ma piuttosto “con” lui. Philip Dick ha continuato a sottolineare che il mondo reale, in cui siamo calati, ci sia stato imposto come una costruzione che esula dalla nostra possibilità di accettarlo o rifiutarlo, ma dall’altra parte ci dice anche che nulla è immutabile e perciò qualcosa si può cambiare. C’è sempre uno spazio, un interstizio in cui poter agire e interagire con gli altri nostri simili, e anche dissimili.
Interventi e contributi di Andrea Bonato, Loretta Borrelli, Antonio Caronia, Matteo De Giuli, Alberto Di Monte, Giorgio Griziotti, Marinella Magrì, Fabio Malagnini, Marco Martinelli, Edoarda Masi, Ermanna Montanari, Carlo Pagetti, Giuliano Spagnul e Nicoletta Vallorani. Postfazione di Domenico Gallo.