La prodigiosa macchina di Majorana

Il pane raffermo torna fresco. La sabbia trasmuta in grano, la gommapiuma in oro. Majorana è ringiovanito, è vivo e lotta insieme a noi! Sono solo alcuni degli argomenti usati nel parlamento della Repubblica quando, per intercessione del vicepresidente del Senato Centinaio (Lega), è stata ospitata la conferenza stampa dedicata al libro Majorana-Pelizza. Il segreto svelato. Rolando Pelizza ci parla degli ultimi suoi trent’anni (1992-2022) di collaborazione con Ettore Majorana. Un volume monstre nelle proporzioni (1752 pagine), nel tempo di attesa (7 mesi), nel costo 390 euro, ma specialmente nelle argomentazioni.

A pensare che questo mondo avrebbe in mano un oggetto che farebbe cambiare le sorti di vita a tutto il pianeta… Questo è grave…Ascolta Alfredo, c’è bisogno di energia? L’energia l’abbiamo gratis. C’è bisogno di materiali? Senza bisogno che vadano ad ammazzarsi nelle miniere, li abbiamo. C’è bisogno di mangiare? Possiamo produrre il cibo! Prendere la sabbia e farla diventare grano! Ecco, e io dico: è possibile che non possiamo sviluppare una cosa del genere? Tutto perché quattro delinquenti per avere il potere…

Rolando Pelizza

In cosa consiste la meravigliosa macchina? Una sequenza di cubi concentrici ed equidistanti in alluminio, vetro, materiale magnetico e ceramico tenuto insieme da staffe e viti di fermo. I cubi sono dotati di un foro di uscita attraverso cui passa un parallelepipedo composto di altri cubi posti in serie e collegati da una cornice dorata. Vi è poi il cuore dell’aggeggio, con i suoi dischi d’oro e platino, e ancora sfere cave riempite di mercurio, rocchetti e filo d’argento, sostegni in plexiglass, e piombo, e motori vari per azionare il campo magnetico necessario a generare l’antiparticella con cui colpire corpi inerti, e portatori di vita. Il tutto è registrato e messo a punto con un comodo pannello di controllo a schermo. Potete trovare in rete praticamente tutto su questa macchina: dagli schemi di montaggio alle dimensioni, passando per il costo unitario: tutto salvo la formula per farla funzionare, ovviamente

Un passo indietro. Rolando Pelizza (1938 – 2022) conosce Ettore Majorana in un convento. Perché il fisico è si scomparso, come asseriva lo stesso Sciascia, ma solo per lavorare alla sua invenzione libero dagli appetiti dell’industria bellica che ha precipitato l’umanità sull’orlo dell’olocausto nucleare. Niente suicidio, niente sequestri nazi, o altri misteri d’Italia. La vicenda si sposta presto in sud America. Qui Rolando viene riconosciuto come erede putativo da Ettore in persona (che diventa nel frattempo sempre più giovane!) lo confermano diverse lettere autografe, fotografie e una gran mole di documenti almeno in parte peritata e riportata negli apparati del libro in questione.

La fisica quantistica, per come la conosciamo, è del tutto inadeguata a spiegare il funzionamento dell’ultima eredità materiale del genio di Majorana. La Macchina capace di annichilire, produrre energia infinita, traslare in un’altra dimensione per ringiovanire la materia, con meno di 100.000 euro di investimento iniziale. Difatti i poteri forti tentano a più riprese di impadronirsene: nel ’76 gli USA offrono un miliardo di dollari per intercessione del presidente Ford in persona. Molti anni più tardi saranno G. Bush e il cardinal Bertone a tentare la conversione di metallo comune in lingotti d’oro per il valore di oltre 400 milioni di dollari. Lo stesso Andreotti promosse un approfondimento sulla macchina che anche il giovane Oscar Valente ha recentemente costruito, salvo poi essere a sua volta vittima di un sequestro dell’invenzione. La storia si ripete. Una brutta vicenda di servizi segreti, sequestri di persona a nastro, medicalizzazione forzata, perizie sconfessate, prove video claudicanti, test scientifici assenti.


A chi volesse approfondire più seriamente la vicenda consiglio anzitutto il video integrale della conferenza stampa tenutasi in Senato (che ha visto la partecipazione dell’autore A. Ravelli, del teologo G. Basti, la storica R. Rio, l’ingegner F .Alessandrini, A. Negri di Spazio Tesla), ma specialmente un video riassunto di Massimo Polidoro, oltre che uno straordinario servizio del TG2 su un’altra invenzione del nostro Pelizza: la spugna oleofila.

Gli scorsi giorni si è tornati a parlare a sufficienza di tutta la vicenda, probabilmente calcando la mano sul solo perculamento di una destra che usa la politica per legittimare ipotesi ascientifiche e astoriche, non suffragate da elementi probanti. Al minuto 48 del filmato dell’iniziativa in Senato si chiariscono alcuni obiettivi tra cui (dopo la realizzazione di una Fondazione Pelizza-Majorana per attivare e controllare l’uso della macchina) si annovera immediatamente far arrivare in tutte le biblioteche pubbliche italiane questi libri in modo che chiunque possa documentarsi gratuitamente su questa vicenda e con questo orizzonte si lancia un accorato appello al sistema bibliotecario italiano (?), al Ministero della Cultura e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Non sono certo che la Macchina sarà pronta e disponibile a breve, né che il vaticano liberi i fratelli certosini (che custodiscono tanti dettagli della vicenda) dal vincolo del silenzio, ma quest’ultimo sì che sarebbe un business sicuro e una fonte di soddisfazione (e giovinezza) per l’intera utenza del servizio pubblico.


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