Lo scorso marzo MLOL ha pubblicato il Report Dati e tendenze della lettura digitale in biblioteca (titolo piuttosto provocatorio, trattandosi di una piattaforma di prestito digitale) a firma dell’AD di Horizons Unlimited Giulio Blasi. Poche paginette arricchite da molte tabelle e un lungo elenco di ben 908 case editrici distribuite in piattaforma. Una lettura in ogni caso molto utile per avere uno sguardo sul panorama del prestito digitale in lingua italiana, a partire dai numeri e dalle impressioni del suo primo player.
Su MLOL avevo già scritto qualche cattiveria qui. Questa volta, al di là del commento, vorrei prenderci il giusto tempo per restituire una sintetica fotografia di quanto offre il Report, che si concentra sui tre prodotti che cubano il 98% della domanda: prestiti ebook, accessi agli audiolibri, accessi a quotidiani e periodici.
Se il 2023 era stato il primo anno post-pandemia a registrare tassi di crescita come quelli che si registravano fino al 2019, il 2024 conferma la tendenza ma in modo più netto. Il numero delle transazioni digitali complessive sulla piattaforma cresce […]con oltre un milione e centomila prestiti in più rispetto all’anno precedente
MLOL blog
MLOL abbraccia 9000 biblioteche (6500 pubbliche, statali o accademiche, e 2500 scolastiche) attraverso un migliaio abbondante di portali. I dati della piattaforma, pur scontando un fortissimo sbilanciamento al centro-nord del Paese, hanno segno positivo sia per numero di utenti che per utilizzo complessivo, con qualche cedimento su prodotti “marginali” quali musica e openmlol. Quattro regioni (Toscana, Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna) costituiscono da sole oltre il 71% del totale delle transazioni digitali e il 67,9% degli utenti complessivi. Quanto alle tipologie di documenti crescono in primis audiolibri (+28% sul 2023) e ebook (+16%), gli utenti crescono dell’11%. Sei i sistemi che nel 2024 superano il milione di transazioni digitali cadauno. Le scuole crescono più di ogni altra tipologia, le accademiche sono il fanalino di coda.
Dei 908 editori citati nel documento i primi 10 marchi (sostanzialmente afferenti al quadriumvirato Mondadori-Feltrinelli-MauriSpagnol-Giunti) assommano il 60% dei prestiti. Se estendiamo lo sguardo ai primi 90 marchi, totalizzano il 97% dei prestiti totali. Le transazioni totali annue sfiorano i 20 milioni, gli utenti delle biblioteche pubbliche sono quasi 340.000, la tabella dei prestiti di ebook è inspiegabilmente esposta in ordine afabetico per categoria CEE e non per numero di prestiti, utenti o titoli prestati. La prima piattaforma di accesso al servizio è android, e il 69% dei prestiti avviene con readium lcp (quello dell’app mlol), conseguentemente l’utenza non usa gli ebook MLOL con ebook reader se non nel 30% dei casi. Con le loro parole:
Anno su anno si può notare un incremento del 26,59 % dei prestiti basati su LCP e una lieve flessione (-1%) dei prestiti Kobo, il che sembra indicare una tendenza degli utenti MLOL a spostarsi su piattaforme mobile non e-ink, presumibilmente per la migliore e più diretta integrazione delle procedure di prestito con le app fornite da MLOL.
Report MLOL 2024
L’introduzione e la chiosa del Report suonano come un invito agli istituti che si occupano di ricerca statistica a integrare nella loro reportistica i numeri del prestito digitale, a partire dalle inferenze che il backend di MLOL mette a disposizione. L’ipotesi di rilevazione del prestito digitale aggregata ai dati ISTAT è confortata dalla collaborazione col BibLab de La Sapienza, il che non è affatto sbagliato.
non esiste ancora un sistema di rilevazione in Italia che ci permetta di avere dati precisi sulla distribuzione degli utenti delle biblioteche attraverso analogico e digitale. Non sappiamo quale percentuale del totale è solo digitale, quale usa solo i servizi fisici e quale infine utilizza la biblioteca in modo ibrido.
Report MLOL 2024
Il vulnus lamentato da MLOL è però ascrivibile all’anomalia di un player privato semi-monopolista nel cuore di un sistema pubblico, di qui le difficoltà tecniche e politiche della riconciliazione dei dati. Personalmente credo che sia una’intuizione più che utile, possibilmente opacizzata dal fatto che si tratti nche di una leva di marketing.
In ultimo la funzione di raccomandazione per mezzo di machine learning, sinora testata con modalità opt-in in modalità sperimentale, diventa ora opt-out: dovranno dunque essere i singoli utenti a scegliere di rinunciare alla funzione di monitoraggio dei comportamenti di navigazione e del registro dei prestiti, implementata sino ad oggi da un campione ristretto di biblioteche.
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